Il libro che ti cambia (o ti salva) la vita

save lifeOgnuno di noi ha un libro preferito, non importa se è un classico o se appartiene alla collana dei romanzi rosa che escono d’estate per tenerci compagnia sotto l’ombrellone. Tutti hanno un libro che è, nella propria classifica personale, un gradino sopra gli altri. Ma non è di questo che voglio parlare oggi.

Voglio parlare di un’altra tipologia di libro, quella che non tutti hanno avuto (o non hanno ancora avuto) il piacere di leggere. E’ quel libro verso cui tu senti di avere un debito enorme, un libro senza il quale tu non potresti essere come sei attualmente. Non importa se non è il libro più bello che tu abbia mai letto, se tu lo possegga nella tua libreria chiuso in una teca oppure che tu l’abbia perso durante l’ultimo trasloco. Niente di tutto questo è realmente importante perché, a dispetto dei giorni che passano o delle sfighe che ti capitano, tu porterai sempre nel cuore quel libro che, forse per caso o forse per tua cieca volontà, è entrato nella tua vita e non ne è più uscito. E’ quel libro che ti ha cambiato (o salvato) la vita.

C’è chi è più perspicace e capisce subito di essere di fronte ad un libro diverso e chi, magari come me, capisce solo qualche tempo dopo la portata di quelle pagine. Indipendentemente dal tipo di persona a cui appartieni, quel libro è stato in grado di prenderti a sberle e svegliarti da un torpore nel quale eri finito senza nemmeno sapere come o perché. E’ una seconda rinascita, è un prendere una nuova consapevolezza di sé e del contesto che ti circonda.

Se sei un tipo abbastanza sveglio ed hai la fortuna di imbatterti in professori in gamba durante il tuo percorso scolastico non è detto che tu, quel dannato libro, l’abbia letto durante le superiori o l’università. Magari non lo sai, ma ha influenzato la scelta del lavoro che hai intrapreso oppure le amicizie che stai frequentando. Se non è andata così, e delle superiori ricordi solo le canne e le bigiate al parco, magari ti è capitato di imbatterti in quel libro anni dopo, per caso, trovandolo sulla metrò o nascosto dietro uno scaffale in libreria. Non importa quando e come, importa solo che tu l’abbia trovato. Ma…se non rientri in queste due categorie ti devo dire una cosa: cerca, cerca e poi ancora…cerca.

Se non l’hai ancora trovato, se non hai letto ancora nulla che ti abbia fatto sgranare gli occhi o fatto passare intere notti insonne per sapere cosa ci fosse dietro quella maledetta pagina che stavi leggendo, se un libro non ti ha mai reso schiavo ed annientato tutti i tuoi pensieri obbligandoti ad annullare la tua vita sociale, allora sei una persona che non ha ancora sentito il “BANG”.

bangIl BANG è uno scoppio, come un palloncino che scoppia o come quando a capodanno festeggi la mezzanotte. Con l’unica differenza che quel BANG lo senti solo tu perché è nella tua testa. E’ il rumore che fa un cervello quando viene sverginato, quando una frase, o un’idea, ha un effetto domino su tutta la tua materia grigia. E’ un effetto a cascata che non ha fine. Quando senti il BANG non puoi più tornare indietro, ogni tuo ragionamento futuro sarà influenzato dalla tua nuova capacità di giudizio, i tuoi sensi lavoreranno diversamente, l’udito sarà più acuto, il tatto più raffinato. Svilupperai anche un’empatia maggiore senza dover affrontare stupidi corsi di perfezionamento. Tutto questo (ed altro) grazie a un libro, un solo ed unico libro.

Non ci credi?

Cerca…cerca…e cerca…

Ma visto che sei stato/a così gentile da leggere fino a questo punto ti riporterò la mia esperienza personale, in modo che potrai avere una dimostrazione reale riguardo alle parole che ho detto finora ed io potrò sdebitarmi per la tua pazienza.

Tre anni fa ho attraversato un periodo non facile. Senza entrare nel dettaglio dirò solamente che credo veramente di essere stato vicino a perdere il controllo della situazione. Ho capito (e l’ho capito dopo la lettura di quel libro) che ogni persona ha un punto di rottura, un momento in cui si sente un crack e tutto si ferma; è così per ogni persona, non si scappa. I problemi erano due: ignoravo di avere un punto di rottura e non sapevo di aver sentito il crack. Il secondo punto, la capacità di udire il crack, è meno importante perché quando senti la rottura ormai è tardi…troppo tardi. Tornando solo per un attimo a quel periodo, ricordo che la mia unica preoccupazione era quella di non pensare. Ci riuscivo solo quando dormivo ma non potevo certo dormire tutto il santo giorno: la vita difficilmente ti permette di mettere in pausa. Ho pensato quindi di leggere qualcosa di lungo che mi portasse vie le ore, che mi derubasse di quel tempo che, tutto ad un tratto, era diventato mio nemico. Ricordo che ero a cena da un’amica, assillandola con le mie paturnie e seghe mentali (scusate il francesismo). Pur in quello stato, sapevo bene che non potevo torturare la poveretta in modo continuativo per ore ed ore e quindi, ogni tanto, la lasciavo parlare. E’ venuto fuori che un suo amico le aveva consigliato la lettura di Delitto e Castigo di Dostoevskij. “E’ un mattone” mi disse. In quel momento ho capito di aver trovato quello che stavo cercando ma non potevo ancora sapere che quel libro sarebbe diventato IL libro. Cominciai la lettura e dopo due settimane l’avevo concluso. E’ stato così che ho scoperto gli autori russi, autori che prima di quel momento ritenevo troppi difficili, o aulici, per me.

downloadDicono che Dostoevskij lo puoi capire appieno solo se sei depresso almeno quanto lui. Bah, non lo so…forse si, forse no. Io Dostoevskij lo amo tutt’ora però ammetto di averlo conosciuto in un momento buio quindi direi di considerare giusto un pareggio.

Quel libro mi ha tenuto compagnia quando volevo stare da solo, e mi ha insegnato a capire l’avvicinarsi del mio punto di rottura, del mio crack. Sono una persona diversa ora: non solo per la lettura di quel libro, ovvio, ma indubbiamente anche per quella lettura.

Inutile dire che, Delitto e Castigo, e gelosamente custodito nella mia piccola libreria.

E voi? Qual’è stato il libro che vi ha cambiato (o salvato) la vita?

6 pensieri su “Il libro che ti cambia (o ti salva) la vita

  1. Non credo mi abbia cambiato la vita, ma da ragazzina il libro che mi ha praticamente definita è stato La storia infinita di Ende. In questi giorni poi ho letto Diario di scuola di Pennac e ho pensato che se lo avessi scoperto un paio di anni fa avrebbe potuto salvarmi la vita. Oggi l’ha scossa in un tentativo di rianimazione.

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  2. Allora, ho letto l’articolo ieri e poi l’ho fatto sedimentare. Sono giunto alla conclusione che nessun libro mi ha mai salvato la vita, pur avendone letti parecchi. Di certo alcuni hanno lasciato ricordi piacevoli e indelebili. I Pilastri della terra, ad esempio. Ma ce n’è uno in particolare che ho ritrovato qualche giorno addietro in uno scatolone, rimasto nascosto dopo l’ultimo trasloco (avvenuto più di dieci anni fa…).
    Cosmolinea B-2, di Fredrick Brown.
    E’ un’antologia di racconti di fantascienza anni ’50-’70. L’avevo letto da ragazzo e poi dimenticato, o meglio, mi era piaciuto talmente tanto da farlo mio. Forse il mio modo di scrivere ora è direttamente ispirato a quei racconti.
    Per concludere, quando l’ho tirato fuori dalla scatola e me lo sono ritrovato tra le mani ho provato il classico brivido di piacere. Non mi ha salvato la vita, ma di certo l’ha resa migliore.

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    • Ciao Walter, ben tornato.
      Mi verrebbe da dirti cerca, cerca…ma credo che tu l’abbia già trovato IL tuo libro. Forse non ti ha salvato la vita (e la cosa non può che farmi piacere) ma sicuramente l’emozione che hai provato quando l’hai ritrovato in quella scatola è sinonimo di un legame che ha resistito al trascorrere del tempo.
      C’è qualcosa di più prezioso?

      A presto.

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  3. Per quanto mi riguarda, uno dei libri che da ragazzino mi fece innamorare della letteratura fu: “il nome della Rosa” di Umberto Eco. Ricordo ancora il BANG iniziale e l’amore nella lettura. Certo da allora ne ho avuti altri di BANG, ma si sa: il primo amore non si scorda mai!
    Complimenti per il blog, Bruno.

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